
Studio di
Psico-Neuroriabilitazione
Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi
(Antoine De Saint Exupéry)

Chi è lo psicologo?
L’art 1 della Legge 56/89 enuncia che:
“La professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.”
Di cosa si occupa?
Diversi sono i campi di applicazioni della figura dello psicologo in virtù delle altrettanto molteplici aree di interesse della mente umana. Gli ambiti di competenza pertanto concernono diverse aree del ciclo di vita delle persone e le mansioni dello psicologo vanno dalla consulenza, ai colloqui di sostegno, alla psicodiagnosi mediante somministrazione di tests, la gestione e la formazione di risorse umane, l’informazione, i gruppi psicoeducativi, di sostegno, la didattica, e la promozione e prevenzione della salute in ambito scolastico. La sua professione consiste nel facilitare un cambiamento a livello comportamentale e psichico, per mezzo di strumenti specifici, di cui i fondamentali sono l’ascolto attivo, la comunicazione, la relazione e l'empatia.
Lo Psicologo lavora insieme al paziente, che deve essere motivato a farlo, questo infatti è un punto di partenza indispensabile. Lo Psicologo è in grado di empatizzare con i vissuti del paziente, è capace di riconoscerli ed analizzarli in profondità per conoscere i motivi e le cause profonde e facilitare maggiori consapevolezze che siano in grado di portare ad un cambiamento o in ogni modo ad una presa di coscienza. L’opportunità di esplorare e condividere in profondità, insieme ad un professionista competente, i propri vissuti, le proprie ansie e debolezze a di concepirle insieme, porta al conseguimento di nuovi strumenti relazionali e psichici.
Lo psicologo- psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
La psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC) è una delle più diffuse psicoterapie per la terapia di diversi disturbi psicopatologici in particolare dei disturbi dell' ansia e dell' umore. È stata sviluppata originariamente negli anni Sessanta del XX secolo, principalmente a partire dal lavoro di Aaron Beck.
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Il termine "cognitivo" si riferisce a tutto ciò che accade internamente alla mente, ovvero tutti i processi mentali come pensiero, ragionamento, attenzione, memoria, con implicazioni sullo stato di coscienza o consapevolezza, etc.
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Il termine "comportamentale" si riferisce invece ai comportamenti manifesti (azioni e condotte) da parte del soggetto.
Rappresenta lo sviluppo e l'integrazione delle terapie comportamentali e di quelle cognitiviste, ponendosi cioè in una posizione di sintesi degli approcci neocomportamentisti, della REBT (Rational-Emotive Behavior Therapy) di Albert Ellis e della terapia cognitiva classica di Aaron Beck, di cui cerca di integrare i principali aspetti funzionali.
Caratteristiche della psicoterapia cognitivo-comportamentale
È una terapia direttiva, adatta al trattamento individuale, di coppia e in gruppo e di breve durata, dove il terapeuta istruisce il paziente ed assume attivamente il ruolo di “consigliere esperto” permettendo di evidenziare dei cambiamenti e miglioramenti.
Essa è finalizzata a modificare quelli che la teoria di riferimento definisce i pensieri distorti, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del paziente, con lo scopo di facilitare la riduzione e l'eliminazione del sintomoo del disturbo psicologico.
A differenza di altre psicoterapie, la TCC si focalizza prevalentemente sul presente cioè si orienta alla soluzione dei problemi attuali. I pazienti apprendono alcune specifiche abilità (coping), che possono utilizzare anche in seguito, e che riguardano l'identificazione dei cosiddetti modi distorti di pensare, la modificazione di convinzioni irrazionali e il cambiamento di comportamenti disadattivi. Inoltre, la TCC poggia su una base sperimentale e un metodo scientifico e la sua efficacia nel trattamento di numerosi disturbi psicopatologici è stata convalidata empiricamente.
Modello di funzionamento
Tale psicoterapia si basa sul cosiddetto "Modello A-B-C", (Antecedence-Belief-Consequence). In questo modello:
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"Antecedence" rappresenta la condizione in cui il soggetto percipiente si trova precedentemente all'insorgere del comportamento problematico "consequence" (es. attacco di panico).
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"Belief" rappresenta la credenza, convinzione, idea o immagine mentale in seguito alla quale si produce il comportamento problematico.
Il modello interpretativo prevede che spesso gli individui, nella loro esperienza quotidiana, passino dallo stato "antecedence" direttamente a "consequence" senza la consapevolezza dei loro "beliefs" i quali scatenano una reazione psicofisiologica, emotiva o comportamentale problematica, spesso incomprensibile e inaspettata, che è dunque fonte di disturbo o apprensione per il soggetto tale da influire sul suo comportamento.
L'obiettivo del terapeuta cognitivo-comportamentale è dunque di ridurre il comportamento di evitamento, facilitare un reframing cognitivo (ristrutturazione cognitiva) attraverso prese di coscienza, ed aiutare il paziente a sviluppare abilità di coping (capacità di fronteggiare certe situazioni).
Per raggiungere questi obiettivi, una delle tecniche principali consiste nell'esposizione sistematica del paziente alla situazione temuta, per comprenderla ed indagarla meglio ovvero direttamente "sul campo". Con questa terapia risulta dunque possibile monitorare l'influenza dell'ambiente a fini correttivi, attuando una sorta di retroazione (feedback).
Questo può comportare:
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ristrutturare credenze "false" o autolesionistiche;
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sviluppare l'abilità di parlare a sé stessi in modo positivo (self-talk positivo);
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sviluppare la capacità di sostituzione di pensieri negativi;
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desensibilizzazione sistematica (usata principalmente per l'agorafobia e le fobbie specifiche);
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fornire conoscenze specifiche al paziente che lo aiuteranno a fronteggiare le situazioni (per esempio se qualcuno soffre di attacchi di panico, gioverà l'informazione che le palpitazioni in sé stesse, anche se rapide e prolungate, sono del tutto innocue).
Al contrario delle prescrizioni mediche, l'efficacia della terapia cognitivo-comportamentale, così come accade per altre forme di psicoterapia, dipende da vari fattori soggettivi, come ad esempio la competenza dello psicoterapeuta e il livello di convinzione del soggetto. Oltre alla terapia convenzionale svolta "in studio", tale indirizzo di psicoterapia prevede spesso anche dei compiti cognitivo-comportamentali che i pazienti possono svolgere a casa come parte integrante della loro terapia (i cosiddetti "homeworks").
Tecniche utilizzate
Nella TCC vengono impiegate numerose tecniche finalizzate a modificare comportamenti, emozioni e cognizioni non funzionali. Esse derivano dall'integrazione del modello cognitivo con l’orientamento comportamentista.
Esse includono: il problem solving, il decision making, gli esperimenti comportamentali, il monitoraggio e la programmazione delle attività, la distrazione e la rifocalizzazione, le recniche di rilassamento, i coping cards, l’esposizione graduale, il role palying , e molte altre ancora.
Efficacia
La TCC presenta risultati di efficacia nel trattamento di una vasta gamma di disturbi psicologici: depressione, ansia, attacchi di panico, disturbo ossessivo-compulsivo, fobie, disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa, bulimia, obesità psicogena), forme di stress post-traumatico, dipendenza da alcol e droghe, disfunzioni sessuali, problemi di coppia e, combinata alla somministrazione appropriata di farmaci, disturbi di personalità e schizofrenia.
value. quality care. convenience.